Osimo trema ma resta in piedi. Ieri, sabato 17 dicembre, la sezione locale di Italia Nostra ha organizzato, in collaborazione con l’ordine degli architetti e degli ingegneri della provincia di Ancona, un incontro per approfondire una tematica che negli ultimi tempi è diventata fin troppo nota, quella del terremoto.
«Meglio prevenire che curare» lo slogan adottato da Rosalba Roncaglia, presidente dell’associazione osimana, e poi ribadito da Stefano Lenci, ordinario di scienze delle costruzioni presso l’Università Politecnica delle Marche. Intervenuto all’incontro che si è tenuto all’interno della Sala delle quattro colonne di Palazzo Campana, Lenci ha spiegato la natura dei fenomeni sismici e soprattutto le dinamiche che causano i danni – del tutto normali – e i crolli – tutt’altro che normali – ai beni immobili come abitazioni private o edifici storici.
E di edifici ha parlato l’ingegner Roberto Vagnozzi, dirigente del Dipartimento del Territorio del Comune, che ha illustrato nel dettaglio la situazione dei luoghi pubblici maggiormente danneggiati dai terremoti di agosto e ottobre. «La città ha subito alcuni danni ma il bilancio non è grave» ha rassicurato Vagnozzi prima di passare in rassegna le criticità più significative che hanno richiesto una particolare attenzione da parte dei tecnici.

Dai sopralluoghi effettuati è emerso che il sisma ha portato a galla, in molti casi, difetti strutturali presenti già al momento della realizzazione degli edifici. «Il terremoto è l’equivalente di una radiografia – ha spiegato Vagnozzi – e ha messo in evidenza falli preesistenti». Ne sono un esempio le fessure comparse in una delle volte del Palazzo Comunale, imputabili alla non corretta tessitura degli elementi della muratura. Stesso discorso per i danni riportati al foyer del teatro La Nuova Fenice.
A scricchiolare sono stati in particolar modo gli edifici di culto: nella chiesa del cimitero maggiore la fessurazione ha interessato il tetto e uno dei pilastri del porticato, quest’ultimo al momento ancora chiuso al pubblico. Problemi anche al porticato della chiesetta del cimitero San Giovanni, di nuovo di natura fondativa ma aggravati dal sisma; stessa storia per il monastero di San Niccolò per il quale andrebbe preventivata una ristrutturazione complessiva. I tecnici hanno evidenziato fessure dovute ad antiche chiusure di vani malfatte insieme a quelle che hanno interessato il campanile e la parete che accoglie lo stemma.
Al Duomo è stato segnalato un principio di distacco di materiale lapideo dalla volta a crociera ma anche dall’abside sia interno che esterno e dal cornicione. Chiusa per i danni riportati alla parte alta dell’edificio e all’abside la chiesa di San Silvestro. Stessa sorte per la chiesa di Santa Maria della Neve, quella di Santa Maria della Pace a Osimo Stazione e poi quella del Sereno Cuore di Gesù di Montoro, la cui giurisdizione ricade sul Comune osimano. La chiesa di San Carlo, infine, ha riportato una consistente fessurazione al solaio di copertura che sovrasta l’altare, dove erano già avvenute infiltrazioni in passato.
Tuttora continuano, nei vari edifici, i lavori di sistemazione e di messa in sicurezza, allo scopo di restituire quanto prima ai cittadini i propri luoghi di raccolta insieme a una rinnovata serenità.